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Intervista con un portavoce dell'Associazione delle donne rivoluzionarie dell'Afghanistan (RAWA)

Intervista con un portavoce dell'Associazione delle donne rivoluzionarie dell'Afghanistan (RAWA)

Riportiamo qui un'intervista con una delle portavoce dell'Associazione delle donne rivoluzionarie dell'Afghanistan (RAWA), realizzata qualche settimana fa, quando i talebani hanno iniziato la loro riconquista militare.

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Solidaires (CM)

Nel 2002, diverse organizzazioni francesi, tra cui la federazione SUD-Rail [Solidaires], hanno organizzato un tour in Francia di una rappresentante dell'Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan (RAWA). Anche la CGT dello stato spagnolo ha ospitato una delegazione del RAWA. Vent'anni dopo, la situazione non è la stessa, ma la presa di potere dei talebani, negoziata con il regime americano nel febbraio 2020 a Doha, ci spinge a riprendere degli estratti di un testo scritto da questi compagni nel 2002. È nel pdf allegato.

RAWA (Revolutionary Association of Women in Afghanistan) è un'organizzazione politica e sociale di donne fondata nel 1977 a Kabul, Afghanistan.
Si è opposto ai successivi interventi stranieri nel paese, sia da parte dell'URSS che degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Questi ultimi hanno finanziato le forze reazionarie prima per combattere i sovietici e poi, nel 2001, hanno invaso l'Afghanistan per rimuovere i talebani dal potere, che avevano contribuito a installare. Il coraggioso lavoro di RAWA sui diritti umani, per esempio, ha fatto sì che migliaia di donne andassero a scuola illegalmente sotto i talebani.

Dalla caduta dei talebani nel 2001, quali progressi sono stati fatti per quanto riguarda lo status delle donne nel Paese?

Ci sono stati pochissimi progressi, e possiamo dire che nessuno di questi cambiamenti ha avuto radici profonde nella società. Sono stati progressi fragili, e a certi livelli, falsi. Gli ultimi 20 anni hanno portato altre delusioni e lacrime. La mancanza di sicurezza, la guerra diffusa e l'incertezza per il futuro, gli attacchi suicidi, gli omicidi mirati, la corruzione dilagante, la droga e la tossicodipendenza, la povertà, gli sfollamenti e altro ancora sono le preoccupazioni quotidiane che la nostra gente e in special modo le donne stanno affrontando. L'Afghanistan è ancora definito "il posto peggiore in cui nascere come donna". Un nostro membro il 13 marzo 2002 disse profeticamente in un'intervista: "Sappiamo che è difficile non voler reagire quando accade qualcosa come l'11 settembre, ma bombardare l'Afghanistan non libererà il mondo dal terrorismo. I terroristi e i fondamentalisti vivono in tutto il mondo e bombardando un Paese, non si uccide la loro rete". Oggi vediamo il risultato: i talebani, più potenti di prima, governano il Paese.

Quali sono stati i maggiori successi e quali i maggiori fallimenti in questi venti lunghi anni di occupazione militare?

Ci sono stati alcuni successi come, ad esempio, il fatto che le ragazze non sono più state bandite dalla scuole e che le donne hanno potuto svolgere alcuni lavori. I media sono riusciti ad arrivare anche in villaggi molto remoti e la gente ha avuto accesso alle trasmissioni radio e TV. Sono stati introdotti sistemi di comunicazione come cellulari e internet. Sembrano cose scontate, ma per un Paese molto povero e arretrato sono vere e proprie conquiste. Però insieme c'è stata anche una diffusa corruzione e un approfondimento del divario tra ricchi e poveri. Sotto i talebani, la coltivazione dell'oppio era stata vietata, oggi invece l'Afghanistan è la più grande base del contrabbando di droga e la questione etnica e gli scontri armati sono ai loro massimi livelli.

Vorremmo inoltre ricordare che il motivo per cui l'Afghanistan è stato bombardato dagli Stati Uniti e dalla NATO erano i talebani e Al-Qaeda, e oggi abbiamo di nuovo i talebani al potere e l'ISIS in tutto il Paese...
Anche se i talebani governeranno l'Afghanistan, il terrorismo, la distruzione e i combattimenti non finiranno.
Finché gli Stati Uniti e molti altri cortigiani coinvolti come il Pakistan, l'Iran, la Turchia, e anche la Russia, la Cina e l'India troveranno il loro interesse nel sostenere fondamentalisti religiosi e noti criminali, sarà difficile trovare una soluzione.


Secondo Human Rights Watch, circa l'87% delle ragazze e delle donne afgane subiscono abusi durante la loro vita. Queste cifre sono terrificanti…

L'Afghanistan è sempre stato un luogo miserabile per le sue donne a causa della forte mentalità patriarcale, del sistema feudale, della mancanza d'istruzione, della cultura e delle tradizioni, delle credenze religiose e così via.
Ma i lunghi 40 anni di guerra e soprattutto il rafforzamento del fondamentalismo hanno reso la situazione ancora peggiore.
Le donne afgane sono le prima vittime della guerra e della violenza continua. Casi di stupro, rapimento, matrimoni forzati, matrimoni tra minorenni e violenza domestica sono riportati quotidianamente.
Ci sono diverse ragioni per cui questi numeri non stanno scendendo, ma la principale è la forte presa di quei fondamentalisti che sono stati sostenuti dagli Stati Uniti e che sono gli stessi misogini che si trovano dentro al parlamento, fanno leggi, hanno il controllo sulla polizia, la magistratura e su tutti i corpi del governo.


Qual è stato il ruolo delle ONG occidentali nel Paese, positivo o negativo?

Le ONG nel nostro Paese facevano parte dell'occupazione militare dell'Occidente. Sono state tutte create come funghi dopo l'11 settembre. A parte alcuni piccoli ed efficaci progetti, hanno principalmente giocato un ruolo negativo. L'USAID (l'agenzia governativa americana), ha attuato principalmente le politiche degli Stati Uniti e così molte altre ONG internazionali.
La ragione principale dietro parte della corruzione e delle tangenti erano queste ONG. Hanno fatto progetti buoni solo sulla carta sotto la supervisione degli stranieri e che non hanno portato a un effettivo cambiamento di vita sulla nostra gente.


I Paesi occidentali hanno lasciato l'Afghanistan uno dopo l'altro. Il ritiro americano è stato un errore? E se no, perché?

Sì, quasi tutti i Paesi se ne sono andati. Non è assolutamente un errore per noi, piuttosto è qualcosa di positivo. Eravamo totalmente contro questa occupazione e la presenza di queste truppe. Ma purtroppo il ritiro è frutto di un accordo diplomatico tra gli Stati Uniti e i talebani. Ancora una volta, come per gli anni precedenti, sono i civili afgani che ne stanno pagando l'enorme costo. I combattimenti in corso uccidono civili, bruciano le loro case e le loro fattorie e li costringono a lasciare i villaggi.
Rawa crede fermamente che nessuna nazione può ricevere la pace e il progresso come se fosse un regalo. Le nazioni devono lottare, per costruire la pace con le proprie mani, per avere un solido legame con essa.


Cosa succederà se i talebani prenderanno il potere?

Sono già al potere nelle parti principali del Paese, ma tutto è successo all'improvviso. La gente è ancora sotto shock. Fino ad oggi hanno agito in modo diverso nelle diverse aree: alcune regioni sono ancora contese, sotto il fuoco dei combattimenti, ma altre città e confini sono stati consegnati a loro senza alcuna resistenza. Prima o poi arriveranno a Kabul e sarà difficile prevedere cosa succederà. I talebani faranno del loro meglio per mantenere un'immagine positiva e diversa questa volta. Cercheranno anche di avere il sostegno internazionale. Potrebbero organizzare 'elezioni', ma è impossibile nascondere la loro natura misogina, criminale e ambigua. Negli ultimi giorni la gente è spaventata dai loro atti criminali e nessun afgano può dimenticare gli orribili attacchi compiuti in questi anni come attacchi a scuole e ospedali, l'uccisione di giornaliste, vaccinatrici, giudici, polizia, medici, gli attacchi suicidi...
Anche i membri femminili della cosiddetta delegazione dei colloqui di pace, come Fouzia Kofi, avevano affermato che i talebani stavano cambiando, ma gli ultimi giorni hanno dimostrato il contrario. I talebani stanno solo aspettando il momento adatto per raggiungere Kabul e costituire il loro emirato islamico che implementerà la Sharia (la legge sacra islamica che i fondamentalisti islamici applicano in modo inflessibile alla lettera, ndr) e interferirà in ogni aspetto della nostra vita.


L'alternativa è fuggire?

No, per niente. Troveremo il modo di proseguire la nostra lotta a seconda della situazione. È difficile dire come, ma sicuramente porteremo avanti le nostre attività clandestine come negli anni '90, durante il governo dei talebani. Certamente questo non sarà esente da rischi e pericoli, ma qualsiasi tipo di resistenza ha bisogno di sacrifici.
 

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