
PALESTINA OCCUPATA: OLTRE 60.000 MORTI, UNA CATASTROFE UMANITARIA CHE IL MONDO NON PUÒ IGNORARE
Il genocidio in Palestina continua sotto gli occhi del mondo. Dal mese di ottobre 2023, lo Stato sionista di Israele ha scatenato un’offensiva militare brutale che ha già ucciso oltre 60.000 palestinesi, una cifra che, secondo numerose organizzazioni, è chiaramente sottostimata.
In soli sei mesi, Israele ha sganciato più di 70.000 tonnellate di esplosivi sulla popolazione palestinese — più di tutte le bombe lanciate sull’Europa durante i sei anni della Seconda Guerra Mondiale. Tutto ciò sotto il falso pretesto della “autodifesa”, mentre i crimini di guerra vengono diffusi impunemente sui social media da soldati israeliani che mostrano senza alcun pudore le atrocità commesse.
Questa è una guerra che uccide soprattutto donne e bambini. La barbarie ha raggiunto livelli inimmaginabili: perfino una clinica della fertilità è stata bombardata, distruggendo oltre 4.000 embrioni palestinesi. Per lo Stato sionista, qualsiasi potenziale vita palestinese deve essere annientata.
Nella Striscia di Gaza, la maggior parte delle vittime sono civili, mentre continua un assedio criminale che impedisce l’accesso a cibo, medicinali e beni essenziali. In Cisgiordania occupata, la repressione si intensifica con omicidi mirati, arresti di massa e l’espansione accelerata degli insediamenti illegali.
Tutto ciò avviene con la complicità delle potenze imperialiste che sostengono economicamente, politicamente e militarmente il regime israeliano. L’inazione della comunità internazionale è, essa stessa, un atto di complicità con il genocidio. In paesi come il Brasile, ad esempio, le dichiarazioni critiche del presidente Lula non si sono tradotte in azioni concrete. Mantenere relazioni diplomatiche, commerciali e politiche con questo Stato fascista è uno scandalo e una vergogna.
Tuttavia, di fronte a questa catastrofe, la resistenza cresce. Centinaia di migliaia di persone si stanno mobilitando in tutto il mondo in solidarietà con il popolo palestinese. Solo a Londra, mezzo milione di persone hanno invaso le strade in una marcia storica fino alla sede del primo ministro britannico. All’Aia, nei Paesi Bassi, 100.000 manifestanti hanno organizzato la più grande manifestazione degli ultimi vent’anni, chiedendo la fine della complicità del proprio governo, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina la causa contro Israele per genocidio, presentata dal Sudafrica.
Manifestazioni di massa si sono svolte anche a Madrid, Stoccolma, Berlino, Amburgo, Atene, Amsterdam, Milano, Dublino, oltre che in decine di città negli Stati Uniti, in Canada, Australia e Medio Oriente. In Brasile, la manifestazione più grande si è svolta a San Paolo, organizzata dal Frente Palestina.
Dalla Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta, ribadiamo la nostra assoluta condanna del genocidio sionista e della complicità dei governi che lo permettono. Riaffermiamo il nostro impegno a fianco del popolo palestinese nella sua lotta per la libertà, la sovranità e il diritto al ritorno.